La casa dei Simpsons esiste

[singlepic=1958,320,240,watermark,] Come fans dei Simpson non sono nulla in confronto a chi ha deciso di costruire davvero la casa identica anche negli interni a quella del cartone animato che da decenni continua a spopolare.

 

Dalle informazioni reperite sulla rete é stata costruita nel 1997 da Kaufman and Broad Home Corporation per una promozione sponsorizzata dalla Fox e dalla Pepsi. La casa é stata costruita e arredata con gli stessi particolari (o quasi) della serie. Dopodichè é stata vinta ad un concorso da Barbara Howard, una signora in pensione di Richmond, nel Kentucky. E’ al 712 Red Bark Lane a Henderson. Ora é stata ridipinta.

La potete notare su google map

Perché le donne stanno così tanto nei bagni pubblici?

Il grande segreto di tutte le donne rispetto ai bagni è che da bambina tua mamma ti portava in bagno, puliva la tavolozza, ne ricopriva il perimetro con la carta igienica e poi ti spiegava: “MAI, MAI appoggiarsi sul gabinetto” e poi ti mostrava “la posizione” che consiste nel bilanciarsi sulla tazza facendo come per sedersi ma senza che il corpo venga a contatto con la tavolozza.
“La posizione” è una delle prime lezioni di vita di una bambina, importantissima e necessaria, deve accompagnarci per il resto della vita. Ma ancora oggi, da adulte, “la posizione” è terribilmente difficile da mantenere quando hai la vescica che sta per esplodere. Quando “devi andare” in un bagno pubblico, ti ritrovi con una coda di donne che ti fa pensare che dentro ci sia Brad Pitt.
Allora ti metti buona ad aspettare, sorridendo amabilmente alle altre che aspettano anche loro con le gambe e le braccia incrociate. È la posizione ufficiale di “me la sto facendo addosso”.
Finalmente tocca a te, ma arriva sempre la mamma con “la bambina piccola che non può più trattenersi” e ne approfittano per passare avanti tutte e due! A quel punto controlli sotto le porte per vedere se ci sono gambe.
Sono tutti occupati.
Finalmente se ne apre uno e ti butti addosso alla persona che esce. Entri e ti accorgi che non c’è la chiave (non c’è mai); non importa…
Appendi la borsa a un gancio sulla porta, e se non c’è (non c’è mai), ispezioni la zona, il pavimento è pieno di liquidi non ben definiti e non osi poggiarla lì, per cui te la appendi al collo ed è pesantissima, piena com’è di cose che ci hai messo dentro, la maggior parte delle quali non usi ma le tieni perché non si sa mai.
Tornando alla porta… dato che non c’è la chiave, devi tenerla con una mano, mentre con l’altra ti abbassi i pantaloni e assumi “la posizione”… AAhhhhhh… finalmente…
A questo punto cominciano a tremarti le gambe… perché sei sospesa in aria, con le ginocchia piegate, i pantaloni abbassati che ti bloccano la circolazione, il braccio teso che fa forza contro la porta e una borsa di 5 chili appesa al collo.
Vorresti sederti, ma non hai avuto il tempo di pulire la tazza né di coprirla con la carta, dentro di te pensi che non succederebbe nulla ma la voce di tua madre ti risuona in testa “non sederti mai su un gabinetto pubblico!”, così rimani nella “posizione”, ma per un errore di calcolo un piccolo zampillo ti schizza sulle calze!!! Sei fortunata se non ti bagni le scarpe. Mantenere “la posizione” richiede grande concentrazione.
Per allontanare dalla mente questa disgrazia, cerchi il rotolo di carta igienica maaa, cavolo…! non ce n’è…! (mai).
Allora preghi il cielo che tra quei 5 chili di cianfrusaglie che hai in borsa ci sia un misero kleenex, ma per cercarlo devi lasciare andare la porta, ci pensi su un attimo, ma non hai scelta.
E non appena lasci la porta, qualcuno la spinge e devi frenarla con un movimento brusco, altrimenti tutti ti vedranno semiseduta in aria con i pantaloni abbassati. NO!!
Allora urli “O-CCU-PA-TOOO!!!”, continuando a spengere la porta con la mano libera, e a quel punto dai per scontato che tutte quelle che aspettano fuori abbiano sentito e adesso puoi lasciare la porta senza paura, nessuno oserà aprirla di nuovo (in questo noi donne ci rispettiamo molto) e ti rimetti a cercare il keenex, vorresti usarne un paio ma sai quanto possono tornare utili in casi come questi e ti accontenti di uno, non si sa mai.
In questo preciso momento si spegne la luce automatica, ma in un cubicolo così minuscolo non sarà tanto difficile trovare l’interruttore!
Riaccendi la luce con la mano del kleenex, perché l’altra sostiene i pantaloni, conti i secondi che ti restano per uscire di lì, sudando perch é hai su il cappotto che non sapevi dove appendere e perché in questi posti fa sempre un caldo terribile.
Senza contare il bernoccolo causato dal colpo di porta, il dolore al collo per la borsa, il sudore che ti scorre sulla fronte, lo schizzo sulle calze… il ricordo di tua mamma che sarebbe vergognatissima se ti vedesse così; perché il suo culo non ha mai toccato la tavolozza di un bagno pubblico, perché davvero “non sai quante malattie potresti prenderti qui”.
Ma la debacle non è finita… sei esausta, quando ti metti in piedi non senti più le gambe, ti rivesti velocemente e soprattutto tiri lo sciacquone! Se non funziona preferiresti non uscire più da quel bagno, che vergogna! Finalmente vai al lavandino.
È tutto pieno di acqua e non puoi appoggiare la borsa, te la appendi alla spalla, non capisci come funziona il rubinetto con i sensori automatici e tocchi tutto finché riesci finalmente a lavarti le mani in una posizione da gobbo di Notredame per non far cadere la borsa nel lavandino; l’asciugamani è così scarso che finisci per asciugarti le mani nei pantaloni, perché non vuoi sprecare un altro kleenex per questo!
Esci passando accanto a tutte le altre donne che ancora aspettano con le gambe incrociate e in quei momenti non riesci a sorridere spontaneamente,cosciente del fatto che hai passato un’eternità là dentro. Sei fortunata se non esci con un pezzo di carta igienica attaccato alla scarpa o peggio ancora con la cerniera abbassata! A me è capitato una volta, e non sono l’unica a quanto ne so!
Esci e vedi il tuo ragazzo che è già uscito dal bagno da un pezzo e gli è rimasto perfino il tempo di leggere Guerra e Pace mentre ti aspettava.
“Perché ci hai messo tanto?” ti chiede irritato.
“C’era molta coda” ti limiti a rispondere.
E questo è il motivo per cui noi donne andiamo in bagno in gruppo, per solidarietà, perché una ti tiene la borsa e il cappotto, l’altra ti tiene la porta e l’altra ti passa il kleenex da sotto la porta; così è molto più semplice e veloce perché tu devi concentrarti solo nel mantenere “la posizione”. E la dignità.

 

 

Tratto da una mail spazzatura

Islanda Tour by Flavio

Preso dall’invito di Flavio e lo rigiro …
Regolamento:

Dovreste andare nella Top Posts di WP in lingua islandese, scegliere il post o il viso (curioso che i bloggers islandesi mettano quasi tutti la propria faccia nell´avatar) che più vi aggrada e postategli un commento. Va bene qualsiasi cosa, tranne il ”ciao, volevo farti i complimenti per il blog, ti va uno scambio link?”. Saluti, frasi poetiche, quello che volete ma rigorosamente in italiano o dialetto delle vostre parti o delle parti di qualcun altro.
Ripetete la procedura per tre volte e pubblicate, ovviamente linkandoli, i blog islandesi che avete scelto. Passate poi alle nomineiscion indicando i prossimi 5 blogger da mandare allo sbaraglio nella terra dei ghiacci.

Io ho ripescato quelli di Flavio, perchè è bello scrivere commenti su commenti in un blog dove nessuno a parte noi capisce cosa stia succendendo

kristjanodds detto cresta di gallo foto 57
gislisk detto Dartagnan foto 64
kvenfjelagid detto mi è venuta scura foto27

9 parole che usano le donne

  1. BENE: questa e’ la parola che usano le donne per terminare una discussione quando hanno ragione e tu devi stare zitto.
  2. 5 MINUTI: se la donna si sta vestendo significa mezz’ora. 5 minuti e’ solo 5 minuti se ti ha dato appena 5 minuti per guardare la partita prima di aiutare a pulire in casa.
  3. NIENTE: La calma prima della tempesta. Vuol dire qualcosa… e dovreste stare all’erta. Discussioni che cominciano con niente normalmente finiscono in BENE.
  4. FAI PURE: e’ una sfida, non un permesso. Non lo fare.
  5. SOSPIRONE: e’come una parola, ma un’affermazione non verbale per cui spesso fraintesa dagli uomini. Un sospirone significa che lei pensa che sei un’idiota e si chiede perché sta perdendo il suo tempo li’ davanti a te a discutere di niente (torna al punto 3 per il significato della parole niente).
  6. OK: Questa e’ una delle parole più pericolose che una donna può dire a un uomo. Significa che ha bisogno di pensare a lungo prima di decidere come e quando fartela pagare.
  7. GRAZIE: Una donna ti ringrazia; non fare domande o non svenire; vuole solo ringraziarti (vorrei qui aggiungere una piccola clausola – e’ vero a meno che non dica ‘grazie mille’ che e’ PURO sarcasmo e no ti sta ringraziando. NON RISPONDERE non c’è di che perché cio’ porterebbe a un: quello che vuoi.
  8. QUELLO CHE VUOI: e’ il modo della donna per dire vai a fare in ***o.
  9. NON TI PREOCCUPARE FACCIO IO: un’altra affermazione pericolosa; significa che una donna ha chiesto a un uomo di fare qualcosa svariate volte ma adesso lo sta facendo lei. Questo porterà l’uomo a chiedere: ‘Cosa c’è che non va?’ Per la risposta della donna fai riferimento al punto 3.

Persa la testa

Pronto SoccorsoIl nonno ultraottantenne di un mio amico è stato investito da un’auto e portato subito al pronto soccorso e ricoverato, per fortuna niente di rotto, solo qualche ammaccatura. Fino a prima dell’incidente era una persona che nonostante l’età faceva di tutto e anche mentalmente ancora molto lucido, nessuno gli avrebbe dato l’età che in realtà ha.
Comunque arriva la chiamata dal pronto soccorso che è stato investito ai famigliari che si precipitano e lo trovano praticamente fuori di testa, farvugliava cose senza senso e aveva perso memoria, non riconosceva nessuno e non sapeva chi fosse e poi partiva con frasi senza senso.
Quindi i dottori hanno cominciato a fargli tutti gli esami possibili per capire se aveva traumi, ictus e chissà cos’altro. Ovviamente i famigliari erano preoccupatissimi… fino a quando… il papà del mio amico cioè il figlio è rimasto in stanza solo con lui e improvvisamente è diventato lucido e gli ha detto di andare a casa e controllare se aveva spento una luce o qualcosa del genere!
Allora il figlio gli dice “sei tornato in te!”
Il padre “Lo sono sempre stato, ma quando mai mi capita ancora di potermi fare un checkup completo a gratis?”

E chi gli dà torto?

 

Invertiamo i giorni

PioggiaFinalmente weekend, prendo la mia bicicletta e vado a fare un bel giro per la campagna, quando mi trovo ben lontano da casa comincia a piovere e me la prendo tutta perche’ quando arrivo a casa smette. Ma io dico, e’ tutta settimana che c’e’ bello, arriva il weekend e piove, vento o nebbia; c’e’ qualcosa che non va.
Domani in ditta chiedo se posso lavorare sabato e domenica e stare a casa invece da lunedi a venerdi.